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La Juventus è retrocessa in serie B (by Vezio)
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Qualcuno dice che le uniche due squadre italiane mai retrocesse in B sono la Juventus e l'Inter. Altri dicono che l'Inter una volta è retrocessa. Ma sono bugie colossali. Ecco perchè ...

Questa è la storia di ciò che successe fra la fine del campionato di calcio (Lega Nord) del 1921/'22 e quello del 1922/'23. A causa di una vera e propria secessione da parte delle squadre più importanti e titolate di quel tempo il campionato 1921/'22 si era spezzato in due sub-campionati, il CCI (Confederazione Calcistica Italiana), ideata dal ct Vittorio Pozzo e composta dalle squadre più forti e dalla migliore tradizione calcistica, e il FIGC (Federazione Italiana Gioco Calcio) che, rimasto in braghe di tela, conteneva tante provinciali senza pretese. Addirittura fu creata dalla FIGC la Coppa Italia, che ebbe talmente tanto successo che vide come vincitrice nientepopodimenoché il Vado Ligure!!! Ma era già nell'aria la decisione di riunificare i due campionati in uno solo, tanto che dopo aspre polemiche sulla nuova composizione dei gironi per l'anno 1922/'23, il giorno 22 giugno 1922 l'allora direttore della Gazzetta dello Sport Emilio Colombo in una villa del Torinese sancì la composizione della Lega Nord FIGC unificata per l'anno successivo. Creò un campionato a tre gironi da 12 squadre ciascuno, non più su base regionale, ma composto da squadre provenienti da diverse regioni del Nord Italia, secondo le istruzioni del CCI, disattendendo così i consigli della FIGC (non essendo formata da squadre importanti, non contava un granché...) che avevano previsto un supercampionato da 50 squadre. Fu stabilita inoltre una specie di playout ante litteram unificato tra le due federazioni che decidesse l'ammissione o la retrocessione delle ultime classificate.

Posto che si dovevano ammettere 36 squadre nei tre gironi per il 1922/'23
1) 24 furono scelte per meriti sul campo;
2) 6 perché, riporto il testo del Gazzettino "...hanno dimostrato di possedere i maggiori titoli sportivi..."
3) per le restanti 6 si organizzò il sistema dei playout nel quale l'Inter si salvò.


L'Inter si trovò a disputare andata e ritorno contro la Libertas di Firenze. L'andata si gioca a Milano il 9/7/22. L'Inter vince 3-0 con due gol di Aliatis e uno di Aebi, detto "signorina" per la mascolinità delle sue movenze... Il ritorno si gioca a Firenze il 16/7/22, finisce 1-1 (gol nerazzurro di Aebi), ed è la prima grande "trasferta" di tifosi che la storia ricordi. L'Inter era salva. La Libertas sparì dalla serie A finché non vi ritornò nel 1926 in seguito alla fusione con un altro club di Firenze. La nuova squadra si chiamava - e si chiama tuttora - AC Fiorentina.

E la Juve è mai retrocessa ??? SIIIII !!!

Ecco la testimonianza dell'avvenimento tratta dal libro «Storia del calcio in Italia», di Antonio Ghirelli.

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LA JUVENTUS E IL FASCISMO di Alessandro Lombardi

Courtesy of Giampiero Tutaro

1908 - La Pro Vercelli vince il primo dei suoi sette scudetti, affermando il gioco di squadra, la professionalità e l'attaccamento alla maglia come caratteri vincenti nel gioco del calcio. La Juventus, nel frattempo, vive una brutta fase di condizione economica che non permette alla società di ottenere risultati di rilievo. La FIF cambia nome in FIGC (Federazione Italiana Gioco Calcio) .

1913 - Solo un difficile ed accurato lavoro diplomatico permette alla Juventus di non retrocedere. Il primo anno in cui vengono indette le retrocessioni per l'ultima classificata, la Juventus giunge ultima nel girone piemontese. Viene inserita l'anno successivo nella prima categoria del girone lombardo, dove mancava una squadra, evitando l'onta della retrocessione. I fratelli Francesco e Giovanni Mauro, l'uno dirigente dell' Inter e l'altro dirigente federale, sono stati gli uomini decisivi nella trattativa.

1923 - Un anno importante per la creazione della F.C. Juventus moderna. Il nuovo presidente della società è Edoardo Agnelli, figlio di Giovanni fondatore della FIAT, che deve anche inaugurare il primo vero stadio, in muratura, in corso Marsiglia. La famiglia Agnelli vuole portare subito la Juventus ai massimi livelli, acquistando il primo vero allenatore professionista della storia juventina, l'ungherese Jeno Karoly, che morirà due anni dopo, per problemi di stress. Mentre in squadra debutta colui che viene ricordato come uno dei più grandi portieri di tutti i tempi, Giampiero Combi, l'ingerenza del CONI, istituzione politica fondata dal fascismo, diviene rilevante sulle vicende del campionato di calcio.

1926 - Il campionato è ormai diviso in due gironi, l'uno della Lega Nord e l 'altro della Lega Sud. La Juventus conquista il secondo scudetto battendo in finale prima il Bologna poi l'Albo Roma, società fondatrice l'anno dopo della A.S. Roma. Il 1926 è anche ricordato come l'anno in cui la dirigenza fascista, grazie al peso politico del CONI, entra definitivamente a fare parte integrante della vita del campionato di calcio. Viene stipulata, nel giugno, la "Carta di Viareggio", che ridistribuisce gerarchicamente i poteri tra commissione arbitrale, commissione tecnica, leghe e CONI oltre che vietare l'utilizzo di giocatori stranieri.


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Campionato 30 squadre iscritte tre gironi di 6 squadre nel' Italia settentrionale tre gironi eliminatori nel centro sud gironi finali nord e sud finale fra le vincenti dei due gironi è il primo vero campionato italiano con squadre del centro e del sud. La Juventus tocca il fondo e giunge ultima nel girone eliminatorio , con il nuovo regolamento c'è la retrocessione , ma grazie ad una coraggiosa iniziativa diplomatica del pioniere Umberto Malvano, che si reca a Milano e fa una richiesta alla federazione di iscrivere la Juventus nel girone Lombardo che aveva un numero dispari di squadre, la richiesta viene accolta e quindi nel campionato seguente gioca nel girone lombardo e da quello scampato pericolo riesce a riemergere. Bino Hess viene eletto nuovo presidente della Juventus , la formazione tipo di quel campionato era : PENNANO, BARBERIS, ARIONI, NEVI, BONA, GARLANDA, COPASSO, BESOZZI, VARALDA, POGGI, FIAMBERTI.

Girone eliminatorio piemontese


Classifica           G  V N P  RF RS   P
PRO VERCELLI         10 9 1 0  38 2   19
CASALE               10 5 3 2  15 8   13
TORINO               10 5 1 4  35 21  11
PIEMONTE             10 5 0 5  17 37  10
NOVARA               10 1 2 7  13 29   4
JUVENTUS             10 1 1 8  14 35   3


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Pierfrancesco Miniati - Borgo S. Lorenzo (Firenze)

Capitò nel 1913. La Juventus viveva uno dei periodi più bui della sua storia; di là da venire era il decisivo approdo a casa Agnelli (datato luglio 1923) e il club se la passava piuttosto male, indebolito dagli effetti della secessione che qualche anno prima aveva dato vita al Torino. Dopo due campionati negativi, arrivò il crollo. La Federcalcio aveva deciso che in quel campionato 1913 l'ultima di ogni girone (tre settentrionali e tre centro-meridionali) sarebbe retrocessa. La Serie B non esisteva ancora, perlomeno con l'organizzazione di oggi, per cui scivolare significava perdersi nel magma di piccole formazioni poco o punto organizzate che popolavano quegli anni pionieristici. La Juventus partì male, subì l'onta di un bruciante 0-8 in casa contro i "cugini" del Torino e alla fine si piazzò appunto ultima nel girone piemontese, che comprendeva anche, secondo l'ordine finale, Pro Vercelli, Casale, Torino, Piemonte e Novara. La frittata era fatta, alla Juve toccava cadere nell'anonimato e rinunciare al proprio fresco blasone, che comprendeva già uno scudetto, vinto otto anni prima. Le discussioni si levarono aspre, qualcuno propose di sciogliere il club, altri di accettare la sorte e misurarsi con le realtà strapaesane della categoria inferiore. Due dirigenti innamorati della Juve, Zambelli e Monateri, cercarono una terza via. Studiarono a fondo la norma federale e trovarono una possibile scappatoia. Nel torneo successivo, che avrebbe visto un notevole allargamento delle squadre partecipanti, l'Alessandria avrebbe preso il posto della Juve nel girone ligure-piemontese, ma in quello lombardo il numero di squadre era dispari. Venne allora incaricato l'ingegner Malvano, ex giocatore bianconero spesso a Milano per rapporti di lavoro, di intavolare una trattativa. Conosceva bene i fratelli Mauro, uno coinvolto nell'Inter, l'altro vicepresidente della Federazione, e proprio a loro chiese un appoggio per far passare l'eccezione al criterio geografico. Il tentativo andò in porto e la Federcalcio, per pareggiare il numero di competitori nel girone lombardo, vi incluse per meriti sportivi anche la piemontese Juventus. Lo scampato pericolo venne adeguatamente festeggiato e agì da stimolo per risollevare la squadra, che ripagò del favore ricevuto con una buona stagione, chiusa al quarto posto nel fatidico girone lombardo.